SE NON FOSSE PER TE
Spettacolo musicale per soli, coro, voci recitanti e danze

"Ascolta con il cuore...
Altrimenti sentirai soltanto il brusio delle parole,
ma non gusterai il sapore della loro carne..."


M. Quoist



Se non Forsse per teSe non Forsse per te



IL CONCERTO


A livello generale, lo spettacolo è suddiviso in due parti principali. La prima ha per titolo “ALLA SERA SOPRAGGIUNGE IL PIANTO…” ed affronta tutte le tematiche relative al vuoto interiore dell’uomo (morte, peccato, egoismo, povertà, intolleranza e via dicendo); la seconda parte ha invece per titolo “…E AL MATTINO ECCO LA GIOIA” ed è incentrata sulla scoperta di Dio e sulla sua contemplazione. Più precisamente il concerto è costituito da un Prologo, Cinque atti ed un Epilogo.

Il Prologo sviluppa il tema centrale dello spettacolo: l’Amore di Dio Padre per tutti i suoi figli.

 Ogni atto rappresenta, poi, un diverso momento della giornata: il TRAMONTO, la NOTTE, l’ALBA, il MATTINO ed il MERIGGIO (contraddistinti rispettivamente dai colori: rosso, blu, rosa, azzurro e giallo; la necessità di associare ad ogni parte un colore è puramente scenografica e coreografica).

Il concerto vero e proprio si apre con il TRAMONTO: il tema affrontato è quello del peccato, del male, della sessualità vissuta come istinto, della passione. . .l'uomo è schiavo del suo peccato e non riesce a liberarsene; qual è la risposta di Dio al peccato? Come Egli lo vince e salva l'uomo? Come l'uomo stesso reagisce al suo male? Il tramonto, simbolo dell'inaridimento dell' animo umano vinto dal peccato, conduce direttamente al secondo atto, la NOTTE, che affronta il tema della morte e del vuoto interiore, dello smarrimento spirituale a cui il peccato conduce. L'uomo non riesce a dare un senso alla propria vita; il male è troppo forte, così come il dolore che non trova senso; Dio non c'è: è assente dalla vita dell'uomo; non si cura della vita dei suoi figli, è lontano da tutti e da tutto; e sulla terra non c'è che morte, non c'è che disperazione. Chi è dunque questo Dio che ci ha creati? Perché Dio permette il dolore, il male, la sofferenza se dice di amarci? Alla disperazione dell'uomo fa seguito la Misericordia di Dio: è l'alba di un nuovo giorno; Dio comincia ad entrare nella vita dell'uomo, che finalmente ha spalancato il suo cuore verso l'Amore a cui ha sempre anelato. Dio si china, per l'ennesima volta, per salvare i suoi figli e raccoglierli dal fango. Il terzo atto, l’ALBA, segna, dunque, il primo incontro dell'uomo smarrito con Dio, la cui Luce, ora simile all'aurora, è destinata a diventare meriggio, luce piena. E' il momento di scegliere fra la vita e la morte, il momento di dire il primo sì a Dio e alla vita. Viene anche affrontato in questa parte il tema della povertà materiale e spirituale: da un lato, l'egoismo della gente che, chiusa nei propri averi, è incapace di atti di carità e di amore e condanna il suo prossimo a morire di stenti; dall'altro, la povertà vista invece come scelta di vita. L'uomo inizia a prendere coscienza della sua vita e di ciò che gli sta attorno. Il MATTINO è, dunque, l'inizio della nuova vita con Dio; è Lui che ci ama e che ci salva. L'uomo ha detto il suo sì, che va però rinnovato ogni giorno; è, questa, una scelta che comporta solitudine, sacrificio, l'andare contro corrente. Dio è però sempre vicino all'uomo in questo cammino di ascesi. Il MERIGGIO segna il momento più alto di tutto il nostro percorso: è il momento della speranza piena, dell'ascesi, della contemplazione. Dio, con il suo infinito amore, ha vinto il male e salvato l'uomo. La piccola luce dell'alba è diventata meriggio, esplosione di gioia e calore. La speranza vince sulla disperazione, il bene trionfa sul male, l'uomo può cantare la vita.

L’Epilogo fissa tutto questo intenso percorso spirituale nell'immagine e nella realtà della croce alla cui luce ogni sofferenza passata è gioia futura, ogni dolore senza senso è redenzione, ogni realtà umana è trasformata.

 Volutamente la sequenza degli atti è stata fissata in un percorso che va dal tramonto al meriggio. Appare infatti evidente il forte valore simbolico della struttura dello spettacolo: sono il male ed il peccato (qui rappresentati dal TRAMONTO) che portano al vuoto interiore e alla lontananza da Dio (la NOTTE); l'ALBA, invece, è chiamata a simboleggiare la nascita della speranza in Dio (che può avvenire solo con un gesto di umiltà da parte dell'uomo, che comincia quindi ad accettare la sua miseria): ed è proprio questo piccolo e debole bagliore che diverrà luce piena, scoperta piena di Dio e del senso della vita (attraverso il MATTINO ed il MERIGGIO).


GLI ARTISTI


CORO “NICOLA VITALE”

 

Preparatore del Coro: Sebastiano Giotta

 

SOLISTI
Grazia Vitto
Raffaella Pantaleo
Erasmina Miccolis
Sebastiano Giotta



VOCI RECITANTI 
Mino Decataldo
Monica Macina
Marica Mele

DIRETTORE 
Sebastiano Giotta

COREOGRAFIE
Olimpia Pascale

REGIA
Luca Bianco

DANZATRICI 
Marialisa Daprile
Daniela De Luca
Serena De Venere
Angelica Giotta
Alessia Ignazzi
Licia Lerede
Silvia Mastrangelo
Rosathea Nardelli
Giuliana Nisi
Chiarita Notarnicola
Danica Pettinato
Annalisa Terruli


ENSEMBLE MUSICALE “SE NON FOSSE PER TE” 
Violino I: Gemma Elefante
Violino II: Donato Pugliese
Violoncello: Francesca Lippolis
Tastiera: Marta Totaro
Flauto Traverso: Donato Console
Sax Contralto: Daniel Taylor
Chitarra:Mary Adone
Basso: Rosario Parrotta
Batteria e Percussioni: Domenico Marzullo

COSTUMI 
Angela Losavio
Rossella Campanella

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